domenica 15 agosto 2010

La scuola di Enduro di Marco Borsi

(tratto da Quelli dell'Africa | Blog – visita il sito per saperne di più…)

Nel week end di San Valentino Marco Borsi ha avuto la bella idea di inaugurare la sua nuova scuola di enduro, la TRX 910 Sala Enduro School. Accanto a Marco, figura poliedrica del mondo motociclistico africano, da anni impegnato nell'organizzazione del TRX in diversi Paesi africani ( http://www.trxraid.it/ ) c'è appunto Giovanni Sala che per la prima volta, se si escludono le esperienze con Ktm con austriaci e tedeschi, si cimenta in una scuola di enduro. Il programma comprende due giorni e vi garantisco che vi posso partecipare davvero tutti. In Toscana, a Braccagni, in provincia di Grosseto il piacevolissimo agriturismo (anche se non vogliono che si chiami così!).
 Le Versegge ha fatto da sfondo ad una scuola davvero simpatica ed interessante, oltre che valida. Gli allievi erano circa 15, di tutte le età. Dai giovanissimi 14enni, a due agguerritissime ragazze sulla trentina, oltre ad un gruppetto di padri di famiglia sulla quarantina e altri appassionati, fra i quali il mitico Nick Colonna, vecchia conoscenza dei viaggi del Borsi in Africa.

E' proprio Nick che dà il benvenuto a tutti inventandosi da freddo, al sabato mattina presto, un'impennata. La sua Ktm 300 nuova di zecca lo disarciona e questo è il suo buongiorno! Nick non si fa nulla ma da quel momento sia Borsi che Sala avranno per lui un occhio di riguardo perché il marchigiano è una vera mina vagante. Ma andiamo per ordine. Il venerdì sera i partecipanti, da soli o con le famiglie, raggiungono le Versegge e una splendida cena toscana ci dà il benvenuto nella bella struttura. A letto presto negli appartamentini eleganti e pieni di ogni comfort e la mattina dopo, alle 8,30 siamo pronti. Colazione e poi via in aula. L'enduro non richiede tantissima teoria. Giusto una serie di consigli : preparazione fisica : "non partire mai freddi"; prudenza e riscaldamento; alimentazione; abbigliamento. Da qui parte il discorso protezioni, stivali, occhiali - meglio sempre con lente doppia - pettorine, casco, guanti. Basta meno di un'ora e siamo già fuori. A questo punto si prosegue con la teoria ma in sella alla moto. Il Giò inforca la sua Ktm e comincia. Posizione in sella. Guida in piedi. Frenata e posizione, freno anteriore e posteriore, come usarli, quando e come dosarli. Curva a destra e a sinistra, l'anticipo, il piede davanti a dare stabilità. E' chiaro, conciso, determinante nelle sue spiegazioni e nei suoi consigli. Gli allievi lo ascoltano attentamente e dopo mezz'ora si sale in sella. Una stradina sterrata serve per valutare il livello degli allievi e per ripartirli in due gruppi. I principianti vanno con Giò, gli altri con Marco che li porta in un prato e li lascia sfogare per valutare il loro livello.

Sala spiega ancora un po' e poi tutti in sella, possibilmente in piedi. Si cerca il feeling con la moto. Sentire il suo peso, prima su una gamba e poi sull'altra quando si fa lo slalom fra i sassi. E poi la frenata e il sedere che deve pesare sul dietro per tenere giù la moto quando si alleggerisce troppo. Lui fa vedere e poi guarda gli allievi, giudica, da consigli, sorride e se la ride, beato. Quando fa vedere come si fa sembra tutto facile. Giovanni Sala e la sua Ktm sono tutt'uno. Fluido nei movimenti, insegna e dimostra, e la moto lo segue docile come se fosse un suo prolungamento fisico. Marco Borsi invece prova qualche gimkana, fra i paletti, le curve, l'anticipo del paletto - un po' come nello sci - e si va avanti così fino a che anche Giovanni non porta i suoi nel prato. La mattinata vola via, fra guadi, curve su curve in spazi ristretti. Ad un certo punto Giò chiede : "E allora, come sta andando il corso?" E tutti in coro rispondono "Benissimo!" e di rimando Sala fa: "Ma se fate cagare?" Serve ad allentare la tensione, a sciogliere tutti in una risata, a distendere un ambiente che è già molto gradevole. "Voglio vedere il movimento - ribadiscono i due istruttori - dovete usare la tecnica, non la velocità", ma non è facile, specie per chi in moto ci va già da un po' e si è abituato a curvare senza la tecnica giusta. E allora si ripete, una, due, cinque, dieci volte, fino a che il movimento non diventa più regolare. Borsi e Sala quasi non si guardano eppure lavorano all'unisono, completandosi a vicenda. Dove finisce il discorso dell'uno comincia quello dell'altro, e ognuno sale in sella quando necessario per far vedere, per dimostrare e spiegare i movimenti giusti. La pausa pranzo, con panini al sacco, concede un attimo di respiro ma dopo mezz'ora hanno tutti voglia di rimontare in sella per andare a fare il lungo giro sulle colline limitrofe. Qui la fatica si fa vera. Passaggi, stradine, sentieri, alberi da scavalcare, curve strettissime dove le moto vanno praticamente sollevate di peso e girate.
Al rientro c'è una cena calda e squisita ad accogliere il gruppo, e i caldi letti sembrano una cuccia confortevole in cui rifugiarsi dopo la lunga giornata in moto. La domenica mattina è di nuovo dedicata ai giretti e così si prosegue, a spasso per la Toscana, fermandosi ogni tanto per riprendere fiato o per affrontare le zone più impervie. Tutti insieme, giù dalle moto, e orecchie ben aperte. Gli spazi aperti sono utili per fermarsi e per far passare uno ad uno gli allievi, in modo tale da vedere e controllare i loro passi avanti, i miglioramenti.

La consegna degli attestati conclude il primo appuntamento di una lunga serie: uno al mese, un po' in tutta Italia. Il primo l'ha organizzato Boris Fantechi: appassionato viaggiatore, ideatore di motogiro.com, ha affiancato Borsi in Africa in un paio di viaggi e così si è offerto, insieme a Tommaso Guicciardini delle Versegge, di organizzare il primo corso della scuola dei due specialisti dell'enduro e non solo, viste le lunghe esperienze africane di entrambi. Il corso è bello, scorre piacevolmente e si torna a casa con le idee chiare. Poi come dice Giovanni, tutto sta a continuare. Anche solo per 15' al giorno, un po' alla volta, prendere confidenza con la moto, con gli sterrati, con la terra e provare, provare, provare. Il corso va bene per chiunque: principiante, esperto, bravo, insicuro, appassionato, imbranato, e i due giorni trascorsi all'aria aperta, in sella alla moto, in mezzo alla natura, in un bell'agriturismo fra cibi toscani, Chianti e letti confortevoli, entreranno a far parte di quei piacevoli ricordi indimenticabili che ognuno di noi colleziona nel corso della sua vita.